#mammachelavorointerviste
- Hai voglia di parlarci di te?
Ciao mi chiamo Patrizia sono mamma di due meravigliosi bambini di 12 anni e di 9 anni e un marito fantastico. Alla nostra famiglia si è aggiunto Coky, un cane, che abbiamo adottato due anni fa.
Sono consulente privacy e Responsabile della Protezione dei dati. In questo momento vi state chiedendo che lavoro faccio, perché i miei figli me lo chiedo di continuo: “Mamma, ma che lavoro fai?” e io rido.
Mi sono trasferita sul Lago di Garda appena sposata, lasciando Milano e un lavoro a tempo indeterminato. Durante la ricerca di lavoro tutti guardavano la mia età e l’anello al dito. Un anno di ricerca, poi mi è stata data la possibilità di un lavoro vicino casa, del quale, però, non sapevo nulla. Da un giorno all’altro mi sono trovata a gestire un ufficio e ad occuparmi di privacy….cosi` ha avuto inizio la mia “avventura”.
Il mio percorso di studi era stato completamente diverso. Scienze Politiche, con una specializzazione nella normativa europea. Avevo lavorato per aziende che si occupavano di programmazione europea, con esperienze in diversi Paesi. Improvvisamente, mi sono ritrovata ad iniziare un nuovo percorso. Felice, ma devo confessare che non è stato semplice.
Ho lavorato per 5 anni come dipendente. Poi la scelta nel 2012 di creare un mio studio di consulenza privacy, spinta da mio marito che mi ha sempre sostenuta in questo progetto. Sapevo che lasciare un lavoro sicuro con orari fissi per un lavoro in proprio con due bambini ancora piccoli non sarebbe stato facile ma vedevo anche tutti i lati positivi come la flessibilita` di orari e la possibilita` di esprimere meglio le mie competenze. Uno studio che si occupasse non solo di predisporre documenti, ma che fosse anche orientato a offrire ai clienti qualcosa in più; proprio nel momento in cui il settore privacy stava nascendo. La scelta di licenziarmi e mettermi in proprio è stata complessa e ci ho pensato molto.
- Ci racconti un po` la tua giornata?
In verità mio marito si occupa dei ragazzi la mattina. Sveglia tutti. È lui che li accompagna a scuola, mentre io cerco di riordinare casa e poi .. via in ufficio o da clienti. In genere sono sempre via, passo il tempo in macchina. Faccio anche da NCC, quale mamma non ha la licenza da ncc. Perché oltre al lavoro cerco di incastrare gli impegni dei ragazzi. Basket, piscina, batteria, feste di compleanno, catechismo, vuoi non mettere la ricerca a casa di amici??! Poi la sera, rivedo i compiti e preparo la cena. Unico momento di relax per tutti è il dopo cena. In tutto questo, più volte ho cercato di impegnarmi in corsi di pilates o yoga, con scarsi risultati.
- Come e` cambiato il tuo lavoro dopo la maternita` ? (sia in termini mentali sia pratici)
E` stata una scelta condivisa con mio marito, un progetto che sapevamo ci avrebbe cambiato il modo di vivere. Avevo già rifiutato un lavoro che mi avrebbe portato lontano dall’Italia, prima del matrimonio. Ho fatto una scelta e oggi sono contenta della mia famiglia. Certamente, la maternità ha complicato un po’ le cose. Quando i bambini sono nati avevo la babysitter, l’asilo nido e la scuola materna. Un mutuo…!
Mi hanno aiutato un po’ le altre mamme, ho una lista di numeri di telefono in caso di ritardo per ritirare i bambini a scuola.
Essendo libera professionista cerco di organizzare gli appuntamenti nei giorni in cui i bambini hanno tempo lungo a scuola.
- Come si e` comportata l’azienda quando hai annunciato di essere in attesa? ( o di adottare un bimbo..)
Quando sono rimasta incinta ancora lavoravo come dipendente. Ho lavorato fino all’ottavo mese e sono rientrata appena terminata la maternità. Ho avuto la possibilità di lavorare da casa e i clienti non hanno avuto problemi. Qualcuno ancora si ricorda del mio pancione. Non nascondo le difficoltà, quando la mattina mi svegliavo e qualcuno aveva la febbre. Panico! Comunque, ancora oggi quando influenza o malanni di stagione colpiscono i piccoli, ci si organizza e io o mio marito restiamo a casa con i bimbi.
- Cosa ti ha spinto a cambiare lavoro o posizione in azienda? (a seconda di chi intervistiamo)
La mia autonomia è dipesa soprattutto dal modo di lavorare. Organizzare incontri con i clienti, cambiare l’approccio e soprattutto parlare di privacy in maniera diversa. Ho iniziato a lavorare da casa, utilizzando i canali social. Alcuni corsi li ho tenuti tranquillamente da casa, tramite skype, mentre i bambini dormivano. Avevo bisogno di qualcosa di mio. Ho creato un mio sito e le pagine social, che parlavano di privacy. Il tema del trattamento dei dati o privacy, non è semplice. Come dice il mio collega, solo i “pazzi” in questi anni sono andati avanti, credendo in questa professione. Pian piano si è formata una rete di professionisti e nuove collaborazioni.
- A distanza di qualche tempo rifaresti le stesse scelte professionali?
Si. Oggi sono molto soddisfatta del mio lavoro. È stata una mia scelta, una sfida.
- Cosa significa per te essere una “Mamma Che Lavoro”?
Una mamma che è mamma, prima di tutto, che per lavoro deve incastrare le agende di tutti e far quadrare tutti gli impegni della famiglia. Segno gli appuntamenti su telefono, pc, sulla scrivania in ufficio. Ogni tanto qualche appuntamento si sovrappone con quello di mio marito e allora scatta il piano d’emergenza, si chiama l’amica. Certo, mi è capitato di arrivare in ritardo a ritirare i bambini a scuola, con la maestra che ti guarda e ti dice: “è un po’, tanto in ritardo!” I miei figli ridono e mi guardano: “mamma sei sempre tu”. Certamente posso contare su mio marito che mi aiuta molto, è fantastico.
- Cosa auspichi per le mamme che lavorano?
Essere mamma è una bella esperienza, con tutte le problematiche che ne conseguono. Adesso mi trovo ad affrontare il periodo pre-adolescenziale. Quindi, se e` ancora bello essere mamma vi risponderò tra qualche anno.-)
Mamma che lavora, è essere soddisfatta del proprio lavoro. Lavoro sia di mamma che lavoro – lavoro. Affrontare giornate interminabili piene di impegni, saper anche rinunciare. Le famiglie devono sempre contare sull’aiuto dei nonni, per chi li ha. In alternativa, devi darti dei limiti diventando mamma. Penso a quante si trovano nella necessità di dover chiedere un part time. Manca una politica di sostegno alle donne. Questo vale anche per chi lavora in proprio e ha un’attività. Deve esserci sempre. Non nascondo che recupero il tempo anche di notte per studiare e prepararmi ad un incontro in azienda.
In ogni caso ne vale sempre la pena!!