Può esistere un legame tra la violenza sulle donne e l’assenza di forme concrete di conciliazione famiglia lavoro ?
In questa Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne mi domando se possa esistere una correlazione tra le difficolta nel conciliare vita personale e vita lavorativa ed il verificarsi di atti di violenza nei confronti delle donne.
Mi domando cioè se l’adozione effettiva e concreta di politiche conciliative possa contribuire in minima parte ad arginare questo fenomeno che negli ultimi anni sta assumendo delle dimensioni veramente disarmanti che ci impongono ciascuno nel proprio piccolo, nella propria quotidianità di intervenire e comunque di adottare piccole strategie volte far capire quanto tutto ciò rappresenti una vera e propria emergenza sociale.
Sono giunta alla conclusione che una correlazione può esserci e ciò deve rappresentare uno stimolo ancora più forte e decisivo per muoversi verso l’adozione di politiche di conciliazione e di welfare aziendale reali ed effettive non frutto, quindi, di semplice ideologie prive di un riscontro concreto.
Credo che oggi ciascuna donna deve trovarsi nella situazione di poter essere autosufficiente a livello economico e credo che per rendere questo obiettivo realizzabile sia fondamentale consentire alla stessa di poter conciliare o “armonizzare” il proprio ruolo di donna lavoratrice con quello di madre senza, quindi, obbligarla a compiere decisioni non sentite e condivise.
Un autonomia in tal senso le può certamente garantire ed assicurare la possibilità di compiere scelte personali senza temere ripercussioni anche sotto il profilo economico.
Credo che una donna che riesca ad avere un ruolo realmente rispondente alle proprie capacità ed ambizioni all’interno della società lavorativa sia una donna in grado di avere consapevolezza di sé e capace di provare ad avere la forza di uscire da situazioni in cui la propria dignità viene gravemente lesa.
Aziende, amministrazioni pubbliche l’intera società civile deve muoversi in tale senso; tutti noi dobbiamo ciascuno nel proprio piccolo e nell’ambito delle proprie competenze cercare di consentire alle donne di realizzare il proprio progetto lavorativo.
Gli strumenti normativi in tal senso ci sono ed un apertura dal mondo politico inizia ad affacciarsi ciò che manca è proprio la consapevolezza sociale di considerare l’accudimento non solo come un diritto di ogni madre ma un dovere sociale per garantire il perpetuarsi della società.
E’ importante, quindi, far capire che l’attività di cura di un figlio è un attività dedicata alla cura di un bene comune che appartiene alla società e genera valore !
Assicurare alla donna la possibilità di svolgere quei suoi due ruoli entrambi importanti e degni di valore può davvero contribuire ad aiutare le donne a non temere di denunciare ciò che a volte si trovano a dover subire ed affrontare con esiti sempre più spesso drammatici.
Simona