Il parere della Pedagogista
Francisca Migliorati, oltre ad essere una mia cara amica, è una pedagogista ed insegnante di scuola superiore a cui spesso mi rivolgo per chiederLe consigli, pareri riguardo a ciò che riguarda la sfera emotiva educativa del mio bambino .
I suoi consigli, dati sempre con grande empatia e comprensione e mai in maniera giudicante, sono per me motivo di stimolante riflessione oltre che di crescita come mamma e donna.
Ho voluto, quindi, chiedere il suo parere riguardo a questo delicato e difficile periodo che i nostri figli stanno vivendo.
Francisca sei pedagogista, insegnate e mamma quali pensi possano essere le conseguenze per i nostri figli di questo periodo ?
In questi giorni si sente parlare di un trauma profondo che rischia di segnare un’intera generazione, quella dei nostri figli
.Considero questi due mesi “un tempo sospeso” , un tempo dove tutto ciò che ruotava attorno a loro si e’ fermato.
E’ risaputo che i bambini siano i primi a sapersi adattare alle situazioni rispetto noi adulti, ma dentro di loro sentono le difficoltà che stiamo vivendo. Quella che all’inizio sembrava per loro una lunga vacanza, si e’ trasformata in una “prigione” di sicurezza. Parchi, amici, nonni, talvolta genitori stessi, visti dietro ad uno smartphone, (quando va bene) senza la possibilità di un contatto, ritrovandosi così a disegnare arcobaleni alle finestre, mentre fuori iniziava la primavera.
Ma cosa e’ accaduto e cosa sta accadendo dentro loro? i bambini hanno bisogno di sicurezza di spiegazioni chiare che li riconduca alla percezione di ciò che sta accadendo. Se diciamo ad un bambino “non e’ nulla” ma poi ci sente parlare al telefono preoccupati o se guardiamo la televisione che parla di cosa sta succedendo, non risultiamo credibili, hanno bisogno di capire, in modo semplice la situazione. Ogni cambiamento implica stress, anche per il bambino/adolescente, ma se per un adulto serve piu’ tempo, al bambino ne servirà meno.
I nostri figli stanno bene, ma sono sicura anche che le conseguenze di questo isolamento se lo porteranno dietro per lungo tempo. Il 4 maggio non torneranno tutti a giovare al parco felici. Serve tempo e pazienza.
Diritto all’Istruzione, diritto alla Salute come è possibile per te il giusto bilanciamento?
I bambini sono come delle spugne e assorbono le emozioni, le ansie di chi e’ vicino a loro, i genitori, i famigliari.
Qui l’adulto deve garantire la loro qualità di vita organizzando il tempo aiutandoli a sostenere amicizie attraverso altri canali.
Fondamentale e’ scandire una routine, come del resto e’ la scuola, perché questo per i nostri figli e’ fonte dì tranquillità.
Il mio consiglio e’ anche quello di trasformare questo periodo in un momento formativo e creativo.
Giocare con loro, ritrovare quei momenti di condivisione che ormai si davano per scontati come cucinare insieme il cibo preferito.
Anche se difficile dobbiamo cercare di tollerare il disordine, la confusione perché permette ai bambini di usare lo spazio attorno a loro, poi insegneremo ovviamente come riordinare…
Se hanno dei ritmi regolari, cercano come possono di muoversi, fanno un’alimentazione giusta, si addormenteranno con piu’ facilità. E’ anche normale che ci siano crisi di pianto, agitazione, arrabbiature… tutto nella misura che consenta loro di capire il perché sta accadendo.
Che consiglio puoi dare a noi genitori per gestire nel modo migliore questo periodo ?
Quando rientreremo a scuola sarà necessario lavorare sulle emozioni, creare una memoria condivisibile su questo tempo passato.
Le scuole sono state chiuse da un momento all’ altro senza dare la possibilità a bambini, adolescenti e insegnanti di salutarsi ed il rapporto che si e’ costruito con grande cura tutti i giorni e’ stato affidato all’ iniziativa e alla capacità tecnologica dell’educatore e della scuola. La scuola non si e’ fermata, gli insegnanti hanno e stanno facendo di tutto per fare in modo che la didattica a distanza funzioni. Sono sorti problemi non indifferenti, connessioni inesistenti, famiglie senza pc… ma la buona volontà da entrambe le parti, riesce in gran parte a superare questa distanza forzata. Purtroppo rimangono casi in cui la DAD non raggiunge la famiglia e onestamente qui mi sento impotente, ma sono sicura che altri modi per restare in contatto e aiutare l’alunno e la famiglia ci possano essere.
Senza salute non può esserci nient’altro neanche l’istruzione, non c’e’ nessun bilanciamento, se non garantisci la salute non garantisci nemmeno l’istruzione.
La polemica di far riaprire o meno le scuole risiede nel fatto di poter aiutare i genitori che riprendono a lavorare e che non sanno dove lasciare i bambini, (sottolineo comunque che la scuola non e’ un servizio di baby sitting ma un servizio educativo a 360 gradi) avere figli che fanno la DAD non e’ semplice, io ne ho ben 3! in piu’ io stessa insegno a distanza.
Non c’e’ desiderio maggiore di tornare a scuola, sia per i nostri figli ma credetemi anche gli insegnanti, ma dobbiamo considerare che la media d’eta’ dei docenti in Italia conta gli insegnanti piu’ anziani d’Europa, secondo uno studio dell’OCSE, con una media di 49 anni e over 50…
Piu’ precisamente Il 49 % sono over 50 ed e’ considerata categoria a rischio, si parla di 300.000 docenti.
Inoltre l’apertura delle scuole comporterebbe un grande movimento di nonni…zii, zie.. insomma chiunque possa aiutare lo farebbe e anche queste sono tutte categorie a rischio.
Con la DAD dovremmo conviverci per un po’, speriamo di farlo nei migliori dei modi.
Grazie Francisca ..
dott.ssa Francisca Migliorati: laureata in Scienze Pedagogiche, musico terapista e pedagogista creativa. Attualmente insegna presso il Liceo De Andre di Brescia scienze umane e filosofia. Organizza laboratori sull’empatia