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“Mamma Che Lavoro” al tempo del Covid

L’obiettivo del progetto “Mamma Che Lavoro“ è creare consapevolezza sociale sui diritti e doveri legati alla maternità.

La finalità è cioè quella di considerare l’accudimento del proprio bimbo oltre che un diritto un vero e proprio dovere sociale

È importante far capire che l’attività di cura di un figlio è un attività dedicata alla cura di un bene comune che appartiene alla società e genera valore al pari di qualsiasi attività economica.

 

Nel 2016 iniziai a parlare del mio progetto con Eleonora Mezzaro, esperta in comunicazione strategica e ufficio stampa per le aziende, ed a chiederle consulenza su come poter sviluppare ed incrementare la mia idea .

 

Se penso alla complicità ed all’empatia (oltre che alla grande stima e fiducia) di adesso sorrido a pensare alla formalità dei nostri primi appuntamenti. Devo dire però che tale formalità è durata veramente poco !!!

 

Il 26 maggio 2018, proprio il giorno del mio compleanno, Eleonora mi fa un regalo bellissimo: decide di fare parte del mio progetto e da quel momento diventa “nostro”.

Due donne, mamme e professioniste, che condividono la stessa idea di genitorialità e di professionalità e che credono quanto sia fondamentale garantire la piena estrinsecazione di ogni donna in entrambi gli ambiti.

In questi giorni di quarantena ci siamo più volte confrontate su come sia possibile gestire, organizzare e conciliare la nostra attività (necessitante di nuovo slancio e nuova energia) con il nostro ruolo di mamma (bisognoso di nuova energia e creatività ) per i mesi futuri.

Di fronte al “silenzio” serbato verso  tali evidenti esigenze abbiamo capito quanto il progetto “Mamma Che Lavoro” sia attuale e quanto sia ancora più importante garantire una maggiore consapevolezza sul valore sociale dell’accudimento.

Da questa riflessione è nata l’idea di intervistare diverse donne e mamme che come noi si trovano ad affrontare questa situazione con l’obiettivo di capire insieme come poter rendere reale e tangibile questa consapevolezza

 

La prima intervistata non poteva che essere Eleonora:

Come  il tuo essere “mamma che lavoro” e` cambiato in questo periodo?

Per rispondere credo di dover fare una premessa, sono libera professionista da molti anni e mi occupo di Comunicazione Strategica e Ufficio Stampa per le aziende, rivesto il ruolo di Responsabile di un comparto d’agenzia di comunicazione non troppo vicina a casa e ho clienti sparsi in Lombardia e Veneto. Mio marito lavora nei servizi c.d. essenziali, per cui per lui in queste settimane non e` valso nessun lockdown…anzi. Abbiamo tre meravigliosi bimbi di 11, 8 e 5 anni catapultati fuori dal “loro mondo” fatto di socialita` e apprendimento” in due semplici giorni….

Nella mia vita “precedente” sono sempre stata una “mamma che lavoro” abituata a programmare ogni minuto della giornata, mia e dei mie 3 meravigliosi bimbi, diversamente non mi sarebbe stato possibile essere donna, mamma, moglie, professionista nell’arco di questa sola vita……. Posso dunque dire che il cambio repentino di situazione a cui il lockdown ci ha costretti, in un primo momento, mi ha letteralmente messa con le spalle al muro. Ma ben presto ho capito che l’unico modo per non subire tutto questo era cogliere le opportunita` che ci venivano offerte….sono da sempre convinta infatti che ogni crisi posso offrire grandi possibilita` alternative.

Alle iniziali sensazioni di paura, per la situazione di emergenza internazionale, e di ansia per la perdita di ogni certezza concreta, ho preferito sostituire quella voglia di riscatto che mi ha sempre aiutato a evolvere nei momenti piu` importanti della mia vita.

Dapprima mi sono limitata a ritagliare piccoli spazi nella mia folle giornata, fatta di riunioni Skype a ritmi serrati, consegne di lavoro tassative, video di lezioni on line da scaricare per i miei figli e disegni colorati insieme  alla mia bimba piu` piccola, di pasti da gestire a tutte le ore e di fantomatiche code davanti al supermercato, per osservare la repentina capacita` di adattamento dei mie bimbi. La loro resilienza mi ha cosi` emozionata da scegliere ancora una volta di imparare da loro. Poi ho provato a “teorizzare” questa loro capacita` spontanea, da un lato creando un nuovo ordine familiare e una nuova organizzazione quotidiana, dall’altro imparando da loro a lasciare almeno un’ora della mia giornata alle c.d. varie ed eventuali. E ti garantisco che quell’ora di varie ed eventuali e` proprio quella che mi permette di addormentarmi ogni sera con una sensazione di infinita soddisfazione…nonostante la complessita` del momento.

Per rispondere alla domanda credo dunque di essere sempre e comunque una “mamma che lavoro” ma di aver imparato ad esserlo in una maniera molto diversa da prima.

Ti occupi di comunicazione come e` cambiata in questi ultimi due mesi?

La comunicazione` nasce per raccontare in maniera efficace il contesto sociale, economico e politico in cui si sviluppa.  Credo non possa esistere una comunicazione scollata dal nostro tempo e dai valori della societa` che descrive. Anche in tempi Covid 19 per conto di diverse aziende il mio “fare comunicazione” mi ha permesso di aiutare a dare una lettura degli accadimenti e ove possibile una visione prospettica non limitata all’emergenza attuale.

Creare prospettive e` il mio lavoro perche` la comunicazione se strategica deve fare questo.

Per deformazione professionale vedo pero` quanto, a certi livelli, la comunicazione puo` essere utilizzata come strumento di supremazia e questo mi fa tremendamente arrabbiare….soprattutto durante l’emergenza.

Vi e` pero` un aspetto positivo in questo momento in termini professionali ossia l’applicazione senza remore dell’home working. Aziende che non avrebbero mai preso in considerazione forme di lavoro diverse dalla presenza fisica in azienda hanno mostrato di sapersi strutturare efficacemente e in tempi molto stretti per lavorare con metodi diversi, nuovi nell’obiettivo di continuare a offrire servizi, vicinanza ai propri dipendenti, consulenti, clienti.

Mi piace molto vedere come quello che si definisce lavoro a distanza in relata` ha permesso di avvicinare le persone e i professionisti.

Questo l’ho notato ancora di piu` con l’attuazione della c.d. scuola a distanza che di fatto dal mio punto di vista ha , pur nella immensa difficolta` che determina, consentito alle insegnanti o meglio alle insegnanti che lo hanno scelto, di creare un rapporto piu` personale con i bambini e i ragazzi, piu` “intimo. La` dove dunque per forza di cose e` stato loro negato il confronto collettivo tra i banchi di scuola si e` aperta la possibilita` di abbattere quel timore reverenziale che a volte nel tempo si e` creato tra il singolo alunno e l’insegnante, creando una piu` vera vicinanza.

Cosa speri per il futuro prossimo dei tuoi bambini e tuo ?

Spero che riusciremo tutti a fare tesoro di questa inattesa esperienza ma che ci sia  presto concesso di tornare a una pseudo normalita` affinché` tutti possiamo ri-appropriarci dei nostri diritti fondamentali.

Grazie Ele!!!!

 

 

 

 

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